Tasse sempre più care, servizi sempre più scadenti e borse di studio sempre più simili a evanescenti utopie. Questa è la situazione dell’università a Padova come nel resto d’Italia: un’università che sta acquisendo i tratti di divisione fra ricchi e poveri propri della nostra società attuale. Il diritto allo studio stesso sta perdendo di significato e diventando strumento che premia i “meritevoli” di aver la possibilità di dedicarsi a tempo pieno allo studio senza doversi preoccupare di dover far tornare i conti alla fine di ogni mese. A tutti gli altri rimane solo la fretta di completare il prima possibile il proprio percorso di studi, dal momento che le nuove riforme prevedono aumenti sostanziosi delle tasse per gli studenti fuori corso, che a Padova ammontano circa al 40%. E così si è sempre più costretti ad adeguarsi alle tempistiche alienanti delle strutture universitarie, dove l’ansia da prestazione e il sentore di essere sempre con l’acqua alla gola sono i sentimenti che la fanno da padrone, dove il tempo dedicato all’elaborazione di un pensiero critico è inesistente e quello per costruire momenti di socialità e confronto non trova altro sviluppo se non quello dei bar e dei locali, dal momento che le strutture universitarie, che noi stessi paghiamo, non concedono spazi a tal fine. Dovremmo quindi accettare di diventare degli efficenti problem solver, pronti a rimbalzare da una parte all’altra nel contorto caleidoscopio del lavoro precario? Dovremmo quindi accettare di capire sempre e solo il come e mai il perchè di ciò che studiamo, per poi essere quelli che vedono nel licenziamento di “solo” qualche dozzina di operai un successo, o quelli che spiegano ai lavoratori che per rientrare nei tempi di produzione bisogna abbandonare la perenne paranoia di farsi male sul lavoro.? Noi crediamo di no! Tutto questo non lo accettiamo oggi nè lo acceteremo mai.
Proprio per questo lunedì 22 scendiamo in piazza, davanti all’edificio dove si riunirà il CDA dell’ateneo di Padova, un consiglio dove persone che hanno sempre avuto come priorità il riempirsi la pancia ad ogni costo si riuniscono per deliberare sul nostro futuro, alla luce della nuova politica della spending review. Noi siamo convinti che l’università sia di chi ci studia e di chi ci lavora e che l’autorganizzazione di queste due ultime categorie sia l’unico metodo decisionale legittimo. Infatti è proprio con queste convinzioni che a febbraio di quest’anno alcuni di noi studenti si sono riappropriati di uno stabile abbandonato dell’università per dar vita alla Baracca Occupata, un’aula studio, un luogo di incontro e discussione, dove proporre e organizzare studi e iniziative sui temi di nostro interesse. La Baracca è stato un passo in avanti per lo sviluppo dell’autorganizzazione studentesca, grazie ad assemblee di gestione aperte a tutti i frequentanti, e anche se l’università ha deciso di sottrarcela con la forza (il 10 agosto celere, digos e carabinieri hanno sgomberato e distrutto lo stabile), noi crediamo che il percorso avviato in quel luogo sia quello giusto da seguire. Perché è solo riprendendo il controllo sul nostro spazio e sul nostro tempo che è possibile creare qualcosa che vada oltre la retorica del dissenso, che sia capace di costruire un’alternativa, non certo priva di limiti, allo stato di cose attuali.
Il corteo partirà da via Marzolo verso le 13.30 fino ad arrivare verso il Bo dove farci sentire con slogan e rumori. Prima durante e dopo il corteo si distribuirà questo testo.