Alla cortese attenzione degli utenti della mensa S. Francesco:
Il servizio mensa attualmente non è disponibile la sera. Esso era garantito in maniera continuativa negli anni precedenti solamente dalla S. Francesco ma ora, in seguito ai tagli del governo ai fondi pubblici destinati all’università, l’ente veneto del diritto allo studio (ESU) ha stabilito un blocco del turn over dei lavoratori delle mense: ciò significa una rilevante diminuzione del personale (solo quest’anno si sono contati circa 50 pensionamenti, a cui non sono seguite nuove assunzioni). Avendo l’obbligo di coprire coloro che, vincitori delle borse di studio, hanno diritto a due pasti giornalieri (di cui uno gratuito), si può verosimilmente paventare che l’intenzione dell’ESU sia quella di appoggiarsi sempre più a enti privati convenzionati fino alla totale esternalizzazione del servizio. Ciò nel caso specifico vuol dire la chiusura serale di tutte le mense fuorché quelle degli studentati, quindi i non vincitori (una netta maggioranza) saranno costretti ad arrangiarsi tra supermercati, bar, ecc., benché nello statuto sia scritto che tutti gli studenti hanno diritto a due pasti al giorno – sebbene non gratuiti, almeno – offerti dalle mense.
Ma oltre alla sospensione del servizio serale, la S. Francesco subisce anche la continua minaccia di chiusura totale, procrastinata fino ad oggi per ripetute intese tra la dirigenza ESU e le forze dei vigli del fuoco (cosa che si verificherà anche a breve, con l’ottenimento della proroga delle autorizzazioni da gennaio a giugno, al fine di coprire anche quest’anno accademico per il rotto della cuffia): la struttura infatti, in alcune sue parti, non è conforme alle norme sulla sicurezza, problema presente fin dalla sua prima apertura quale mensa provvisoria (!) risalente ormai a circa 30 anni fa.
La situazione attuale di aggravamento dei buchi di bilancio (nonostante l’ESU sia comunque sempre stato in perdita) è dovuta sicuramente ai continui tagli che vengono effettuati a livello nazionale ai settori meno redditizi quali l’istruzione pubblica, ma dietro alle soluzioni vi sono precise scelte politiche di gestione dell’ente. Infatti dal 2001 l’ESU è sotto commissariamento: il CdA non si riunisce e molte delle procedure decisionali risultano semplificate: il potere viene concentrato così nelle mani del commissario, che attualmente è Bordin, membro del PdL e nominato direttamente dal presidente leghista Zaia. Una situazione che dovrebbe essere provvisoria risulta nei fatti perpetuata, in modo da mantenere un continuo stato di “eccezione” che giustifichi la realtà attuale, in cui ci troviamo a pagare sempre più tasse, per avere sempre meno servizi e sempre più costosi.
Basti pensare al peggioramento del servizio mensa avvenuto negli ultimi quattro anni nel polo scientifico, dove una mensa di 350 posti, la “Marzolo”, è stata chiusa e solo a posteriori sostituita dalla inadeguata nuova mensa-scantinato di via Belzoni, che giusto in questi giorni ha dimostrato la sua incapacità di gestire il flusso degli studenti richiedenti un pasto. Inoltre il contenzioso tra università ed ESU per la proprietà della mensa di via Marzolo, motivo per cui a distanza di quasi quattro anni dalla chiusura i lavori di messa a norma dello stabile non sono ancora partiti, è costato la bellezza di circa 300.000 €, soldi ovviamente presi dalle nostre tasche tramite tasse universitarie e regionali.
Le code interminabili in mensa, a fronte di tempistiche didattiche sempre più stringenti, fanno parte del processo di aziendalizzazione che l’università sta subendo e che vuole studenti sempre più simili a robot, omologati a questa enorme fucina di precarietà, impossibilitati a gestire i propri tempi e costretti a rapporti sociali caratterizzati da dinamiche di ottimizzazione degli stessi. Nemmeno mangiando si riesce a interagire…
Per chi non ha le risorse economiche che gli consentano di mangiare al bar o al ristorante, evitando lo stress delle code e del sovraffollamento, rimangono due scelte: o perdere tempo ed energie per cucinarsi qualcosa di decente in casa, oppure sottostare a questo ruolo di fruitore passivo di un servizio scadente.
VOGLIAMO CHE LA MENSA TORNI A GARANTIRE IL PASTO SERALE PER TUTTI GLI STUDENTI,
VOGLIAMO CHE LA STRUTTURA DELLA MENSA RIMANGA APERTA ANCHE AL DI FUORI DELL’ORARIO DEI PASTI E CHE POSSA ESSERE UTILIZZATO COME LUOGO DI SOCIALITA’ E STUDIO DA PARTE DEGLI STUDENTI
NON VOGLIAMO PIU’ VEDERE STRUTTURE UNIVERSITARIE PAGATE CON I NOSTRI SOLDI, ABBANDONATE, CHIUSE O INUTILIZZATE PER IL 70% DELLA GIORNATA
NON VOGLIAMO UN’UNIVERSITA’ AZIENDA E UNA SOCIALITA’ MORDI E FUGGI
!
RIAPPROPRIAMOCI DI OGNI SPAZIO E OGNI TEMPO CHE SEMPRE PIU’ CI VIENE TOLTO DA QUESTO MODELLO DI UNIVERSITA’!