Solidarietà a chi occupa e resiste!
Come compagni e compagne del Collettivo Politico Gramigna esprimiamo tutta la nostra solidarietà militante e tutto il nostro sostegno agli studenti, compagni e lavoratori della Baracca Occupata di Padova, violentemente sgomberata da digos, celere e carabinieri venerdì 10 agosto dopo vari mesi d’occupazione. Ci stringiamo a loro nel denunciare e contrastare questo vile atto repressivo voluto dal rettore e dal pro-rettore all’edilizia dell’Università.
La Baracca ha rappresentato per tutto quest’anno qualcosa di veramente intollerabile per il Magnifico e i suoi lacchè: la Baracca, infatti, non era semplicemente un luogo di cui gli studenti si erano riappropriati per farne un’aula studio, ma era molto di più. Il posto era animato giornalmente da centinaia di studenti, tra cui anche tanti fuorisede ed Erasmus, che vivevano collettivamente e collaboravano assieme in moltissimi progetti: assemblee e dibattiti, proiezioni, iniziative benefit e di controinformazione, corsi di teatro, mostre e tanto altro ancora.
E’ evidente che uno spazio occupato al di fuori di qualsiasi binario istituzionale, che denuncia i progetti speculativi del rettorato e promuove assemblee con operai e lavoratori auto-organizzati, è uno spazio che si pone fuori dal controllo dell’Università e dei vari riformisti di turno. Per questi motivi, può rappresentare un punto di riferimento e quindi essere scomodo e pericoloso, soprattutto in vista di una crescente rabbia degli studenti a fronte del recente aumento delle tasse e degli ulteriori tagli al diritto allo studio.
In questa fase di crisi, infatti, chiunque alza la testa e si batte contro questo sistema, se la sua rabbia non viene incanalata in processi riformisti e concertativi, viene automaticamente e preventivamente represso.
Questo avviene all’interno dell’Università come anche nel resto della città: sempre a Padova il 4 luglio è stato sgomberato il C.P.O. Gramigna di Via Forcellini, a cui gli studenti della Baracca non hanno fatto ai mancare il loro sostegno.
Di fronte alla continua perdita di credibilità verso politici e istituzioni, chi si ribella potrebbe essere un esempio da seguire per i proletari, gli studenti e le masse popolari a cui viene fatta pagare la crisi del sistema capitalista.
Tutto ciò succede da tempo in Val di Susa, dove un’intera popolazione che si è sollevata contro il progetto dell’alta velocità Torino-Lione, viene violentemente repressa dalla polizia, ma avviene anche davanti alle fabbriche, come qualche tempo fa a Basiano, dove i lavoratori in sciopero di una cooperativa, slegati dal controllo dei sindacati confederali, sono stati picchiati così selvaggiamente dalla polizia che uno di loro ha rischiato di finire in coma.
Anche sul fronte delle occupazioni ci troviamo in un periodo in cui la classe dominante non lascia più spazio ad alcun tipo di tolleranza: da Bologna con lo sgombero dello stabile di via Libia 69, fino a Torino con la chiusura del No Way Squat. Da Saronno con lo sgombero di una casa, occupata da pochi giorni da alcuni compagni e proletari organizzatisi nel “Comitato Autorganizzato Saronnesi Senza Casa”, fino a Genova con lo sgombero della casa occupata dei Giustiniani 19, per arrivare infine a Milano, con la recente minaccia di sgomberare la Villa Vegan Occupata.
Questo sistema sta mostrando una delle sue facce più brutali, spetta a noi studenti, lavoratori e proletari rafforzare e rilanciare la lotta auto-organizzata per il suo superamento, senza alcuna delega alle forze istituzionali. L’occupazione degli spazi sfitti è un esproprio giusto e necessario. Nelle nostre città, nelle mani delle lobby del cemento e pattugliate giorno e notte dai militari, l’apertura di spazi sociali aperti e condivisi rappresenta una crepa profonda nel monolitico potere della borghesia. E’ in questi spazi che il movimento di classe può e deve avere piena agibilità politica per organizzare il conflitto sociale ed è sempre in questi spazi che si può sperimentare una nuova socialità non mercificata.
Occupare è giusto e necessario!
Solidarietà ai compagni e alle compagne della Baracca occupata e a tutti i compagni e tutte le compagne sgomberati e repressi!